Topolinia è dovunque, i topolini anche. Lo stesso per i topoloni che stanno al governo e per i loro elettori fessacchiotti che continuano a votarli. Questo blog racconta le loro gesta.

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mercoledì 28 aprile 2010

A TOPOLINIA LA RACCOLTA DIFFERENZIATA...


... succede che il Comune decide di cambiare  la raccolta dei rifiuti. Basta con quegli antiestetici cassonetti dell'indifferenziata, quelle campane per il vetro e la plastica, quei contenitori per la carta e i vestiti. Adesso si fa sul serio: comincia il porta a porta. Ogni condominio viene dotato di minicassonetti per la raccolta differenziata, corredati dall'obbligo di dedicare un apposito spazio nell'area condominiale per custodirli al meglio. Nei giorni di raccolta, qualcuno provvederà a trasportarli sulla strada per lo stretto tempo necessario al loro svuotamento, sennò multa!
Solo che i minicassonetti vanno bene per i quartieri di villette o di residenze con pochi alloggi, non certo per condomini che coprono un intero isolato e che ospitano centinaia di appartamenti. Sfilze di minicassonetti, poco spazio dove collocarli, prime proteste perché i gendarmi cominciano a rifilare multe a chi lascia i contenitori sul marciapiede invece che metterseli nel cortile del palazzo. Lo dice il regolamento di Topolinia, mica si può scherzare!
I topolini mugugnano, ma sanno che è in gioco la salvezza del pianeta.

Dunque inghiottono la pillola in cambio di generiche promesse di interessamento da parte dei loro rappresentanti eletti a governarli. Quest'ultimi in qualche caso si spingono perfino a promettere un imminente nuovo mirabolante sistema per risolvere il problema alla radice: si chiama "isola ecologica" e consiste in un insieme di contenitori più grandi posti a isola in zone pubbliche facilmente raggiungibili. Si avvicinano le elezioni e di isole se ne promettono in grande quantità, insomma si disegna un vero e proprio arcipelago di isole ecologiche da realizzarsi a breve (quattro anni fa).
Nel frattempo però i cittadini debbono rispettare le regole e il regolamento: poco importa se spendono per lavori di adeguamento dei cortili condominiali, per pagare qualcuno che movimenta i contenitori: tutti debbono essere felici di concorrere allo sfrorzo collettivo per salvare la Terra.
Topolinia è un modello di virtù, tutti felici, risparmiosi, virtuosi e tanto altro ancora. Solo che...

Solo che i gendarmi continuano a sorvegliare dell'applicazione del regolamento ed elevano qualche timida contravvenzione ai trasgressori. I più pagano e di buon grado si mettono a posto, i bidoni trovano riparo nei cortili, si aprono nuovi cancelli per la movimentazione... insomma ci si adegua. Ma non tutti lo fanno.
A Topolinia ci sono condomini di serie A e altri di serie B, i primi hanno accesso ai piani nobili del palazzo comunale, gli altri no.
Così in un condominio di serie A succede che i gendarmi stilino ben 14 verbali per i cassonetti lasciati sul marciapiede (pubblico) antistante il palazzo, che i rappresentanti vadano in Comune e che ottengano l'annullamento dei provvedimenti con una motivazione talmente ridicola che chi Vi racconta la storia si vergogna a trascriverla. Mancano pochi mesi alle elezioni e il capo non vuole grane, così temporeggia e annulla.
Nel frattempo il condominio esegue lavori che rendono inapplicabile il regolamento (vale a dire che eseguono opere che impediscono che i cassonetti della spazzatura vengano ricoverati all'interno del perimetro condominiale), così, quando i gendarmi tornano alla carica, non possono che prendere atto che i cambiamenti hanno messo i condominio al riparo dalle sanzioni previste per tutti gli altri topolini della città.
E così a Topolinia regna l'ordine: i fessi hanno speso soldi per portare i cassonetti nei cortili, magari sotto le loro finestre, e pagare qualcuno che li movimenti al momento del ritiro.
I furbi li tengono sul marciapiede pubblico, forse felici di sentirsi più astuti degli altri.
Alla faccia dei topolini per bene. Ci vorrebbe Topolinik, ma forse lo prenderebbero a calci, salvo poi lamentarsi di come vanno le cose a Topolinia.

Mariano